Nel giugno 2022, gli astronomi hanno rilevato il lampo radio galattico più luminoso mai osservato. Ora, più di due anni dopo, gli scienziati sembrano aver finalmente scoperto la sua origine.
Secondo le osservazioni del telescopio spaziale Hubble, l'esplosione è avvenuta da un gruppo di antiche galassie che sembrano fondersi.
Questa scoperta ha sorpreso gli scienziati. Questo perché la stragrande maggioranza dei lampi radio veloci (FRB) conosciuti proveniva da galassie isolate molto più vicine alla Terra.
“Ci sono volute l’estrema precisione e sensibilità di Hubble per individuare con precisione la fonte del veloce lampo radio”. Lo ha detto in un comunicato L'astronoma Alexa Gordon, della Northwestern University (USA), è la ricercatrice che ha condotto le osservazioni.
“Senza le immagini di Hubble, rimarrebbe un mistero se questo sia nato da una galassia omogenea o da qualche tipo di sistema interagente. Sono questi tipi di ambienti che ci portano a comprendere meglio il mistero dei lampi radio veloci”, ha aggiunto, secondo al modello omogeneo.Per spiegare l'aspetto delle galassie, esse si sono formate ed evolute in modo isolato A causa del collasso di grandi nubi di gas.
Pertanto, la ricerca dell'origine dei lampi radio veloci continua. I ricercatori si aspettano grandi progressi quando nuovi e più potenti radiotelescopi entreranno in funzione entro la fine di questo decennio, come il telescopio Square Kilometer Array attualmente in costruzione.
Comprendere cosa sono i lampi radio veloci (FRB).
I lampi radio veloci sono stati scoperti per la prima volta nel 2007 e si pensava fossero causati da eventi occasionali come l’esplosione di stelle, ma la scoperta di lampi radio veloci ricorrenti ha costretto gli scienziati a ripensare quel concetto.
Le teorie attuali includono stelle di neutroni in rapida rotazione con forti campi magnetici (noti come magnetar), fusioni di oggetti ultra-densi, buchi neri supermassicci e persino l’attività di civiltà extraterrestri.
I lampi radio veloci mostrano una diffusione dipendente dalla frequenza coerente con la propagazione attraverso il plasma ionizzato. In appena una frazione di secondo, una singola esplosione rilascia più energia di quella che il nostro Sole emette in 80 anni.