Gli scienziati hanno scoperto piccoli getti di energia di breve durata che emergono dalle regioni oscure della corona, l’atmosfera esterna del Sole. Questi getti apparivano come lampi luminosi sulla superficie della nostra stella e duravano solo dai 20 ai 100 secondi.
Nonostante la loro breve durata, questi velivoli consumano un’enorme quantità di energia, equivalente al consumo energetico di 10.000 case nel Regno Unito per un anno. Le scoperte sono state fatte sulla base dei dati raccolti da Solar Orbiter, una sonda gestita congiuntamente dall’Agenzia spaziale europea (ESA) e dalla NASA, che scatta immagini del Sole da giugno 2020.
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Per saperne di più:
La sonda ha anche rilevato “picojets” o “picoflares”, getti più piccoli che emergono a malapena dalla cromosfera, lo strato sotto la corona solare. Le immagini della superficie del Sole hanno aiutato gli scienziati a comprendere meglio l’origine del vento solare, che è il flusso costante di particelle cariche provenienti dal Sole. Questi piccoli getti potrebbero contribuire a riscaldare la corona solare, che è circa un milione di gradi più calda. – Più caldo della sua superficie visibile.
Le osservazioni rivelano fenomeni sorprendenti
- Un’altra scoperta interessante è stata l’osservazione degli “incendi”, che sono piccole esplosioni intermittenti delle dimensioni di un paese europeo diffuse sulla superficie del sole.
- Questi “fuochi” sono stati catturati dalle immagini del Solar Orbiter da quando la sonda ha iniziato le operazioni nel 2020;
- Sebbene fossero stati osservati in precedenza, il numero di tali eventi ha sorpreso i ricercatori;
- Nei prossimi mesi, Solar Orbiter si unirà alla Parker Solar Probe della NASA per raccogliere dati complementari in tempo reale sul Sole;
- Questa collaborazione senza precedenti consentirà una migliore comprensione del problema del riscaldamento dovuto alla corona solare;
- Combinazione di osservazioni e misurazioni remote Sul postoSperiamo di ottenere dati più affidabili e progressi nella risoluzione di questo mistero di vecchia data.
Questi entusiasmanti risultati sono stati condivisi durante il meeting dell’autunno 2023 dell’American Geophysical Union (AGU), tenutosi a San Francisco (USA) e online.