Il mais è uno dei principali input per le filiere di produzione di pollame, suini e vacche da latte. Pertanto, il successo o il fallimento della coltivazione del mais influisce direttamente sull’economia di Santa Catarina. Questa riflessione viene dal presidente della Federazione dell’Agricoltura e dell’Allevamento dello Stato di Santa Catarina (Faesc), José Zeferino Pedrozo, che è preoccupato per il continuo calo della produzione di questi cereali nella provincia di Santa Catarina.
Il direttore sottolinea che Santa Catarina possiede il complesso agroindustriale più avanzato del Brasile, rappresentato da filiere avanzate di produzione di pollame e suino. Questa meravigliosa struttura genera una ricchezza economica di oltre un miliardo di uccelli e 12 milioni di maiali ogni anno e supporta oltre 60.000 posti di lavoro diretti e 480.000 posti di lavoro indiretti. Inoltre, genera traffico economico per 7 miliardi di R$.
L’interesse di Pedrozo risiede nel ridimensionamento storico e in atto. Nel 2005, 106.000 produttori rurali di Santa Catarina hanno piantato mais su 800.000 ettari di terreno, raccogliendo da 3,8 a 4 milioni di tonnellate, senza molta tecnologia.
Nel corso di questi circa due decenni, la superficie coltivata è gradualmente diminuita e nel 2023 sono stati coltivati 320.000 ettari a mais commerciale e 220.000 ettari a mais insilato (non esce dalla proprietà e viene utilizzato nell’alimentazione degli animali da latte).
La produzione di mais destinato al consumo dovrebbe oscillare tra 2,8 milioni e 3 milioni di tonnellate. Ciò conferma il movimento al ribasso per la prossima stagione (2023/2024), con aspettative di una diminuzione del 5% nella superficie coltivata e quindi nella produzione finale. L’utilizzo di meno fertilizzanti e altri input è la causa principale di questa nuova riduzione.
Nel 2024, il consumo di mais da parte delle filiere di pollame e maiale oscillerà tra 7,5 e 8 milioni di tonnellate, il che richiederà l’importazione di almeno 5 milioni di tonnellate di cereali.
“La scarsità degli input comporta un aumento dei prezzi per i produttori rurali e le agroindustrie e, di conseguenza, il cibo diventa più costoso per il consumatore”, osserva il presidente della Faesc. Si propone pertanto di discutere con i produttori, gli allevatori, le aziende agricole e il governo per analizzare le alternative per ridurre lo storico deficit di mais. Ricordate, i produttori sono passati alla soia, un prodotto con maggiore liquidità nel mercato delle materie prime, costi di produzione inferiori e un salario finale migliore per gli agricoltori.
Ferrovie: la soluzione
Faesc sostiene la costruzione di una ferrovia che colleghi Chapecó (SC) e Cascavel (PR), progetto sostenuto da diversi enti commerciali, come Ocesc, Sindicarne, Acav, Acic, Facisc, CEC, ABPA e altri. Chiamata Nova Ferroeste, la futura ferrovia prevedeva anche il collegamento da Cascavel (PR) a Maracajá (MS), formando un “corridoio del mais” e consentendo il trasporto del grano dal Brasile centro-occidentale a Santa Catarina. L’unione difende anche la ferrovia est-ovest, nella provincia di Santa Catarina, che collega la regione produttiva (il Grande Ovest) ai porti marittimi (la costa).
“Raggiungere l’autosufficienza a Santa Catarina è un obiettivo molto difficile, ma possiamo garantire gli approvvigionamenti portando mais dal Midwest con il sostegno della ferrovia”, ha concluso.
Fonte: Faesc Consulting