(ANSA) – L’ex centrocampista Gianni Rivera, idolo Milano E uno dei migliori giocatori della storia del calcio italiano, venerdì compie 80 anni (18).
Rivera è stato uno degli atleti più talentuosi a vestire la maglia numero 10 di Azzurri e Milan, vincendo la Coppa dei Campioni nel 1968 e arrivando secondo al mondo nel 1970, quando l’Italia fu sconfitta dalla storica squadra brasiliana Pelé and Co.
La carriera dell’ex capitano rossonero, che ha iniziato ad Alessandria, è stata segnata da vittorie e delusioni, emozioni e screzi, ma vale la pena ricordare che è stato uno dei pilastri del “Calcio” per due decenni.
Al Milan, club che ha difeso tra il 1960 e il 1979, Rivera ha vinto sette titoli nazionali, di cui tre campionati italiani, e cinque titoli internazionali, tra cui due Champions League e una Coppa Intercontinentale.
Primo italiano a ricevere il Pallone d’oro, nel 1969, e inserito nella lista dei 20 migliori giocatori del ‘900, Rivera ha assistito il Milan in 658 partite e segnato 164 gol.
Nel corso della sua carriera, l’ex fuoriclasse è ricordato anche per il suo temperamento esplosivo con i dominatori dell’epoca, oltre che per una rivalità con Sandro Mazzola, idolo dell’Inter.
Essendo un giocatore molto leggero e tecnico, Rivera ha sempre ammesso di non dare molto valore al calcio attuale, soprattutto per l’enfasi posta più sulla fisicità che sulla tecnica, oltre che per gli eccessi economici.
Non contento solo di aiutare il Milan in campo, Rivera si tuffò nel ruolo di allenatore per cercare di salvare la rossonera in crisi, andata in retrocessione e quasi fallita negli anni ’80, quando fu acquistata e restaurata dall’ex premier Silvio Berlusconi.
L’arrivo dell’imprenditore alla guida dei milanisti ha lasciato Rivera nel limbo, in quanto faceva parte del gruppo di opposizione. Da allora, l’ex stella non ha più ricoperto una posizione di rilievo nello sport, nemmeno nella Federcalcio italiana (FIG).
pelle
Pelé è stato definito dall’ex giocatore Edson Arantes do Nascimento, Rivera, come “il più grande di sempre”. Ha affrontato l’italo-brasiliano solo due volte in carriera, ma non è riuscito a battere il suo idolo Santos in nessuna occasione.
Nel primo incontro tra le atlete, la squadra Alfinegra sconfisse il Milan nella Coppa Intercontinentale del 1963, nel secondo, che fu una battuta d’arresto molto dolorosa, l’Italia perse la finale del Mondiale 1970 contro il Brasile. (dimenticare).
Tutti i diritti riservati. © Copyright Ansa