Quest’anno in Brasile, il 21 febbraio, si celebra la Giornata dei Migranti Italiani. E non c’è niente di più importante per i brasiliani in questi 150 anni del cibo italiano. Ma quello che molti non sanno è che ci sono piatti deliziosi, che amiamo moltissimo, che non hanno origine in Italia. “I primi immigrati non potevano procurarsi olio d’oliva o pomodori”, spiega Gerardo Landolfo, delegato dell’Accademia italiana a San Paolo.
Landolfo dice che gli immigrati preparavano pasti fatti in casa che li avvicinavano ai loro ricordi emotivi. Pertanto è stato necessario apportare alcune modifiche, come la sardella che qui conosciamo o anche la frittata. “Per la sardella in Calabria si usano pesci piccolissimi con molto pepe. In Brasile questo pesce è stato sostituito con il leche e il pepe con la paprika”.
Un’altra classica differenza tra Brasile e Italia è la struttura del pasto. Lì gli italiani mangiano il primo, il secondo, oltre all’antipasto e al dessert. In Brasile i piatti principali unici sono molto comuni. “I fusilli al sugo avevano una grande bracciola, che diventava accompagnamento al piatto”, racconta Landolfo.
Cita un’espressione interessante per il cibo servito qui: “cucina italo-brasiliana”. “È una cucina con una propria identità. Il filetto alla parmigiana, ad esempio, non esiste in Italia, dove viene preparato con le melanzane”, dice Landolfo.
“La cantina che conosciamo qui rappresenta il cibo degli immigrati, come i cappelletti romani, inventati da Giovanni Bruno negli anni ’50”, dice Landolfo. Nel Tempo: La salsa romanesca, fatta con besciamella, panna composta, prosciutto cotto e qualche pisello e fungo, non si trova in Italia. Nasce per soddisfare il ricordo emotivo di un cliente che tornava da un viaggio e voleva replicare ciò che aveva mangiato tra Roma, Bologna e Venezia.
Questi 150 anni di migrazione sono di grande importanza per entrambi i Paesi, tanto che l’Ambasciata del Brasile a Roma apre i festeggiamenti con una cena ricca di carattere. «La nostra proposta è quella di sfruttare questa occasione per rafforzare le relazioni sentimentali, utilizzare il menù italo-brasiliano, rafforzare l’importanza storica della cucina apprezzata da entrambi i popoli, oltre a proporre ricette brasiliane e prodotti ispirati alla tradizione italiana», spiega Landolfo. .
Il 21 si terrà la Cena del Bicentenario (150 anni), con ricette italo-brasiliane preparate dagli chef italiani attivi a San Paolo, Antonio Maiolica (del ristorante Temperani Cucina) e Pasquale Mancini (del ristorante Terrasso Italia), oltre a nonché gli chef brasiliani Bruno Rabel e Wagner Porto che lavorano nella cucina dell’Ambasciata del Brasile a Roma. Tra i piatti verranno serviti: Sardella Polestana, Coscia di pollo, Insalata di polenta e radiche, Cappelletti Romanesco, Filetto di parmigiana con patate arrosto al rosmarino, Pannacotta con pasta di guava e Quendiem.
Bruna Piet, di Pitoresca, spiega le differenze tra la vera carbonara e quella brasiliana. Guarda qui sotto:
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