La nuova produzione italiana di Netflix, che fu mostrato per la prima volta quel giorno 14 luglio, annunciata come una creazione horror, celebra le grandi opere, sia classiche che moderne, del genere. Con un’interessante premessa e funzione meta-linguaggio, è vero che già dal trailer è stato possibile raccogliere molti spunti dal mondo del cinema famoso per creare paura e disagio, aggravando l’eccitazione del pubblico.
Funzionalità, scrittura e output Roberto de Vio e Paulo StripoliAccompagnati da un’app mobile, ci viene presentato un gruppo di sconosciuti, che viaggiano in roulotte attraverso il sud Italia per adempiere ai propri obblighi personali, tutto va storto quando si schiantano contro un albero ai margini del bosco, cercando di evitare la carcassa di un animale in mezzo alla strada. Quando si svegliano dall’incidente, scoprono di essere intrappolati in un’apparente impasse lontana da dove si sono effettivamente schiantati. Lì trovano una casa misteriosa e scoprono che la zona appartiene a una strana comunità che pratica riti religiosi con sacrifici umani.
Parlando in termini più artistici, la direzione artistica sembra ben diretta e sa guidare quell’atmosfera cupa tipica dei grandi film horror. La location è molto avvincente, la fotografia fa buon uso di colori come il blu e il rosso per creare un’atmosfera tesa e inquietante, ei costumi sono semplici ma appropriati. La colonna sonora è timida, come lo era il lungometraggio austriaco “Buona notte mamma.” (2014) con la ninna nanna classica “Wiegenlied” a partire dal Johannes Brahms (XIX secolo), ha riarrangiato la famosa melodia per farla sembrare più cupa, Film horror classico. Funziona allo stesso modo con la famosa canzone per bambini brasiliana “a casa” a partire dal Vinicius de Moraes Tuttavia, nella versione italiana, la trama non fa molto uso di questa capacità e si limita alle melodie più familiari di costruzione familiare, dando la sensazione che sia copiata da altri film, ma funziona.
Anche se la trama apparentemente va bene, si perde. Si può dire Film horror classico. Funziona in due modi, in primo luogo si riferisce a opere distinte come “uomo di paglia” (1973), Il massacro della motosega nel texas (1974), “La strega Blair” (1999) H “mezza estate” (2019), il che significa che ha abbastanza esperienza e proprietà per renderlo un film horror, e in secondo luogo, prende in giro l’opinione pubblica che l’Italia non sappia fare buoni film di questo tipo. Il problema più grande è il modo in cui il testo tratta questi due concetti senza poterli mettere in relazione tra loro. Queste sono idee che si rompono ed è per questo che fanno sembrare che ci siano due film invece di uno solo. Questo perché un momento la trama sta cercando di essere presa sul serio come una vera produzione oscura, e il momento successivo diventa più comica e derisa per la sua presunta incapacità di fare una buona composizione.
Purtroppo, anche con ottime referenze, Film horror classico. È più un brutto tiro in molte scene classiche che un sequel innovativo. Ma sebbene la sceneggiatura sia difficile da stabilizzare, è interessante vedere come i progetti passati, indipendentemente dal tempo, continuino a fondersi e a fungere da motore per nuove produzioni, soprattutto quando vengono prodotti al di fuori della bolla statunitense.
Guarda il trailer:
Ti è piaciuta questa notizia? Segui i VIP in poltrona in Twitter e Instagram Per tante altre novità. Inoltre, siamo anche in Sito di social network Facebook. Metti mi piace alla nostra pagina per non perderti nulla!