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“Abbiamo ancora domani”, diretto da Paola Cortellisi, è stato presente alla sessione di apertura del 17° Festival del Cinema Italiano, che si svolgerà dal 12 al 21 aprile 2024.
Il film di apertura di Festival del cinema italiano Che inizierà venerdì prossimo, 12 aprile a Lisbona, “C'è altro domani” (We Still Have Tomorrow) 2023, scritto, diretto e interpretato Paola Cortellesi (Supportato da argomentazione Forio Andreotti H Giulia Calinda), opera prima di questa nota attrice e personaggio mediatico con lavori realizzati nella complessità dell'audiovisivo, ha raggiunto in Italia già nel suo primo anno l'invidiabile posizione di essere uno dei film di maggior successo in termini di incassi al botteghino. Ha addirittura messo in ombra i concorrenti americani, compresi quelli oggetto di questa strana ma efficace operazione ideata dal marketing internazionale che ha inventato uno scempio chiamato Barbenheimer.
Illusione e conformismo oppure più mi colpisci più sogno il domani?
Si può dire che sia una produzione multimilionaria? Un'epopea dai mille e un colori sulle contraddizioni dell'Italia nell'immediato dopoguerra, cioè una cronaca dei giorni successivi allo scoppio della libera redenzione innescata dal rovesciamento del regime fascista nella popolazione italiana? Tenendo conto della ricostruzione quotidiana, delle difficili condizioni che seguirono il periodo di liberazione e dei giorni caldi della Seconda Guerra Mondiale? C'è molto in We Still Have Tomorrow che può essere raccolto da queste domande, ma no! Girato in bianco e nero, questo film inizia nell'intimità di una piccola stanza di un appartamento operaio a Roma, Attento, Attento, inizia con uno schiaffo del protagonista che riverbera letteralmente. Tra quelle quattro mura anche la nostra attenzione inconscia.
Un colpo molto forte rivolto dal marito alla moglie che non risponde, ma anzi resta silenziosa e soddisfatta, o almeno non mostra un significativo segno di disgusto per quanto accaduto. Inoltre, essere vittima di un atto di pura barbarie coniugale senza una ragione apparente giustifica un gesto grugnito nei confronti del maschio con cui condivide il letto. Parlare di giustificazione della violenza, infatti, non sarebbe più generoso di qualsiasi osservatore, perché questa manifestazione di arroganza maschile, qualunque ne sia la ragione, sarebbe imperdonabile e indicibile. Ma a livello cinematografico lo spettatore viene avvertito fin dall’inizio: non siamo nel mezzo di una famiglia ideale o di una situazione eccezionale.
Al contrario, man mano che il carro avanza, ci renderemo conto che la situazione è comune in una società patriarcale che insiste nel mantenere l’uomo come centro del mondo familiare, e viene riconosciuto con paralizzante conformismo come proprietario e padrone della sua prole. , detentore del potere. Il mio apprezzamento va a detto schiavo e allo schiavo domestico che la creatura desidera perpetuare anche come fata domestica, cioè madre servizievole e onorevole dei suoi figli.
In questo contesto, il film non si concentra solo sulla madre della vittima, Delia (Paola Cortellisi), né cerca di prestare maggiore attenzione agli altri membri della cellula familiare, vale a dire i due figli maschi e la figlia maggiore che soffrono naturalmente le onde d'urto provocate dalle violenze inflitte dal padre Ivano (Valerio Mastandrea). Tuttavia, questo espediente fantasioso, che rimuove parte della carica neorealista insita in ciascuna delle sequenze, non impedisce la costruzione di una storia. Sottotrama Che motiva le diverse personalità nella chiamata Persone povere Nel pretendere un miglior standard economico, e quindi sociale, quando si profila la possibilità che la figlia di una coppia proletaria sposi il figlio di una coppia piccolo-borghese, con un discutibile passato sotto il regime Benito MussoliniDovrebbe aprire le porte a un futuro più solido e sostenibile per la giovane e talentuosa ragazza, verginale e ingenua come l'agnello sacrificato sull'altare del fatalismo.
Ma lo sposo si rivela una creatura sconsigliabile, e ad un certo punto comincia a dare segni di non essere diverso dai suoi predecessori in termini di mancanza di rispetto per la condizione femminile. Questo matrimonio pianificato di convenienza, dove l'amore non aveva importanza, non era altro che una grande illusione che, avvicinandosi alla fine, Delia avrebbe dovuto affrontare i propri fantasmi e segreti, vale a dire la possibilità di fuggire con la sua vecchia amica, un nord Italia dove la vita sembrava più facile.
Tutto questo dopo le confessioni fatte e i consigli ricevuti da amici in alcuni casi tanto contrari alla loro mancanza di coraggio, senza dimenticare un attimo o l'altro dell'avvicinamento concitato allo straniero che occupava il loro paese, come quello che non si è mai materializzato. La tentazione di un soldato nero della polizia militare americana, infatti, è l'idea più fragile di questo film perché poche persone crederebbero alla forza di attrazione di Delia nei confronti del Primo Ministro con l'aspetto di un leader. Gay Dal reggimento. Per me il film ha funzionato bene senza la sua presenza e senza i cliché Bar Hershey (O qualunque barretta di cioccolato sia yankee Delia), non per ragioni di identità o nazionalismo, che ovviamente non condivido, ma semplicemente perché la mancanza di coerenza di un personaggio non riscalda né raffredda, né contribuisce a dare corpo a una storia che potrebbe effettivamente funzionare.
E alla fine capiamo perché si intitola “We Still Have Tomorrow”. All'improvviso, appaiono quest'aria fresca e la speranza per un futuro migliore, incarnate in… Elezioni legislative del 2 giugno 1946 (Lo stesso giorno si tenne un referendum per determinare se il regime dovesse essere una repubblica o una monarchia.) Si trattò infatti di una data storica per l'Italia, e per la prima volta le donne parteciparono liberamente alla scelta dell'Assemblea Costituente e ai destini della propria Patria.
Ma la domanda che sorge immediatamente è: la violenza domestica, la discriminazione sessuale e le contraddizioni politiche e sociali hanno cessato di esistere semplicemente a causa della pratica della democrazia? non penso. Non mi sembra che il popolo italiano, soprattutto chi pensa con la propria testa, non abbia compreso il motivo dell'enorme successo popolare di questo film. Presenta infatti un quadro immaginario supportato dalla realtà concreta che ogni cittadino cosciente conosce o ha vissuto, e che sul grande schermo, attraverso una storia ben realizzata, stimola il pensiero critico su ciò che ieri era ed è sbagliato. Cattivo oggi, oltre a chiederci cosa dovremmo fare affinché il futuro non si perpetui la situazione attuale Che si impadronisce come un virus virulento quando ci permettiamo di cadere nel conformismo puro e semplice. Cerchiamo di essere ottimisti almeno per il domani..!
Abbiamo ancora domani, contanti
Titolo del film: C'è ancora domani
Registi): Paola Cortellesi
attori): Paola Cortellese, Valerio Mastandrea, Romana Maggiore Vergano, Emanuela Fanelli
Tipo: Drammatico, 2023, 118 minuti
Conclusione:
Caratteristiche: Festival Internazionale del Film di Roma 2023 | Film di apertura – Progressive Cinema Conference – Una visione nel mondo di Doumani. Premio Speciale della Giuria. Premio del pubblico.
Festival del cinema di Göteborg 2024 | Concorso Internazionale, Premio Drago per il miglior film internazionale.
Per chi non può vederlo durante il Festival del Cinema Italiano, la sua anteprima commerciale è prevista per il 9 maggio 2023. Ma guardatelo in anticipo e nel contesto del festival, insieme ad altri film che è importante apprezzare, discutere e contestualizzarlo, utilizzando un'espressione gastronomica che si adatti all'immagine della festa proposta per quest'anno è la cosa migliore. Ha un pizzico di esperienza gastronomica e cinematografica…!
Si tratta di una scelta sicura per aprire il Festival del Cinema Italiano, che, in quanto iniziativa multiculturale e multidisciplinare, ha molte altre ragioni interessanti. Da questo momento ecco il calendario delle sessioni in programma e il catalogo che lo contiene Programma generale.
Il Festival del Cinema Italiano è organizzato dall’associazione Il Sorpasso, con il sostegno di ICA – Istituto di Cinema e Audiovisivo, del Comune di Lisbona, dell’Ambasciata Italiana, dell’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona e Cinecittà.
Contro: Niente contro il film (chi potrebbe essere contrario a un film che si batte per la libertà e l'uguaglianza di genere), tantomeno contro il 17° Partito del Cinema Italiano. In una parola: C'è ancora l'Italia…! Avremo sempre l'Italia…!