Il Vaticano ha formalmente annunciato la sua opposizione a un disegno di legge in Italia volto a contrastare l’omosessualità nel Paese. È questo lo straordinario intervento diplomatico del governo del Papa negli affari italiani. Secondo il Vaticano, la legge priverebbe i cattolici della loro libertà di espressione.
Il Vaticano è contro un disegno di legge del governo italiano che criminalizza l’omosessualità
Il disegno di legge è in discussione al Senato. Il testo mira a punire gli atti che incitano alla discriminazione e alla violenza contro omosessuali, lesbiche, transgender e persone con disabilità.
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Secondo un articolo del quotidiano “Courier della Sera” pubblicato martedì (22), il vescovo Paul Gallagher, che in Vaticano cura i rapporti con gli altri Stati, ha inviato una “nota discorsiva” all’ambasciata italiana in Santa Sede il 17 febbraio. Giugno.
Un portavoce vaticano ha confermato la distribuzione del documento, ma non ha commentato i suoi contenuti.
La nota non firmata ritiene che alcuni punti del disegno di legge italiano siano incompatibili con gli accordi bilaterali esistenti tra l’Italia e la Santa Sede.
Lo spiega il Vaticano Il testo legislativo viola la libertà di organizzazione e di culto nella Chiesa cattolica Presentato ai credenti e alle società cattoliche.
Il disegno di legge non esonera le scuole cattoliche italiane dalla partecipazione alle attività legate alla Giornata nazionale contro l’omofobia, che sarà istituita il 17 maggio.
“Si tratta di un atto senza precedenti nella storia delle relazioni tra i due stati. Almeno non ci sono prototipi generali”, ha evidenziato “Corriere della Serra”.
Né la Santa Sede né la Farnesina hanno voluto commentare la vicenda.
Legge per combattere la violenza
Il disegno di legge, presentato dal deputato democratico Alessandro John, è stato approvato dalla Camera dei Deputati lo scorso novembre su “misure per prevenire e combattere la discriminazione e la violenza basate sul genere, il genere, l’orientamento sessuale, l’identità di genere e la disabilità”.
Se ne discute attualmente in Senato.
Un anno fa l’Episcopato italiano ha impugnato il disegno di legge, suscitando l’opposizione delle organizzazioni che difendono i diritti della comunità LGBT e di diversi parlamentari.
I vescovi italiani sostenevano all’epoca che “l’introduzione del Nuovo Testamento porta all’esclusione indipendente ea ulteriori discriminazioni”. Secondo loro, l’Italia ha già abbastanza strumenti legali per combattere la discriminazione.
“Sottoposte a procedimento penale, ad esempio, equivalgono a stabilire un reato chi ritiene che la famiglia abbia bisogno di un padre e di una madre, non una copia della stessa persona. Di fatto limita la libertà personale, la scelta accademica, il pensiero e l’esistenza, la critica e il dissenso”, ha affermato la Conferenza Episcopale Italiana (Cei).
Martedì Alessandro John, l’autore del disegno di legge, ha respinto le argomentazioni del Vaticano. “Il testo non limita in alcun modo la libertà di espressione o di religione. E rispetta l’autonomia di tutte le scuole”, afferma.
In generale, la Santa Sede consente alla Cei di rispondere al diritto italiano, evitando interferenze nella vita politica nazionale.
L’Italia e la Santa Sede normalizzarono i rapporti con i Patti Lateranensi nel 1929 dopo 60 anni di crisi. Questi trattati includono una federazione modificata nel 1984 per porre fine allo status speciale della religione cattolica Non è più la religione ufficiale in Italia.
L’Unità d’Italia, completata nel 1870, segnò la soppressione dello Stato Pontificio, che furono annessi al Regno d’Italia. Sessant’anni dopo, nel 1929, i Trattati Lateranensi crearono lo Stato della Città del Vaticano più piccolo del mondo, su soli 44 ettari.