La “Pizzeria dell’Orrore” è stata aperta dal Consorzio Nazionale dei Coltivatori (Coldretti) a Napoli, in Italia, per celebrare la sua inclusione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO 6 anni fa.
Dal nome si può immaginare un concetto più terrificante, vero? Secondo le informazioni del portale Anza BrasileL’obiettivo è non solo ricordare la prelibatezza più amata dagli italiani, ma anche condannare le distorsioni esteriori della pizza.
Uno studio citato da Coldretti rileva che è esperienza comune per gli italiani sentirsi “inorriditi” dalla pizza fuori dal proprio Paese, tanto che il 26% non l’ha mai nemmeno assaggiata. Nel frattempo, il 22% ha citato insoddisfazione e il 14% si è definito timoroso.
In realtà questo è successo perché nella preparazione di questo pacchetto Made in Italy (e non solo), da dolci molto diversi a piatti salati comuni e non, si è lontani dalla ricetta originale. Di conseguenza, il 52% degli italiani è deluso dalla pasta, il 48% dal gusto e il 36% dagli ingredienti, a cui si aggiunge un ulteriore 34% dalla composizione.
Altri punti negativi sono i costi elevati (25%), la cottura (30%), la preparazione (24%) e la cattiva digestione (23%). D’altro canto, il 6% di questa popolazione ha espresso piacere nel degustarlo e il 20% ha ritenuto che gli fosse piaciuto.
Garantire l’autenticità della ricetta e l’arte della preparazione significa tutelare un alimento che fa parte del nostro patrimonio, minacciato dalla diffusione di prodotti contraffatti che hanno raggiunto i 120 miliardi di euro, praticamente raddoppiando le nostre esportazioni e togliendo posti di lavoro. . e crescita in Italia”, afferma Ettore Brandini, presidente di Caldretti.
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