Lo Stato italiano sta vendendo una partecipazione di 1,4 miliardi di euro nella compagnia petrolifera Eni, nel tentativo di ridurre il suo elevato debito pubblico, secondo Bloomberg, che ha citato una dichiarazione, nonché i termini dell’offerta.
L’esecutivo, guidato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha lanciato l’offerta del 2,8% di azioni Eni, pari a 92 milioni di azioni, per un valore unitario di 14.855 euro, attraverso un processo di “accelerated book-building”, procedura che solitamente viene completata entro uno o due giorni.
Dopo la vendita, il Tesoro italiano manterrà una quota del 2% nella compagnia petrolifera e la banca statale Cassa Depositi e Prestiti un altro 28%. Il valore di mercato dell’azienda italiana è di circa 49 miliardi di euro e negli ultimi anni si è espansa in settori diversi dal petrolio, in particolare nella produzione di gas naturale e nelle energie rinnovabili.
Eni sta inoltre attraversando un processo di ristrutturazione a seguito di un nuovo piano strategico che prevede anche la separazione del business biochimico dalla controllata Novamont, e la creazione di un’unità di cattura del carbonio per capitalizzare la transizione energetica. I piani includono anche una vendita di quote o un’offerta pubblica iniziale per la sua unità di raffinazione e combustibili Enilive.
In totale, il governo italiano prevede di vendere 20 miliardi di euro di azioni detenute in società come Banca Monte dei Paschi di Siena e Poste Italiane entro il 2026.
Il ricavato di queste vendite servirà a ridurre il debito del Paese, che alla fine dello scorso anno ha raggiunto il 137% del Pil.