Questo giovedì, l’ottavo, si celebra la Giornata nazionale della scienza e degli studiosi. Se prima gran parte della popolazione non era a conoscenza di ciò che stanno facendo i ricercatori, ora, con la pandemia, l’interesse per l’argomento è aumentato, perché la folla era per lo sviluppo del vaccino e ancora per i farmaci che curano il Covid.
“L’impressione clinica di ogni persona è molto inquinata. È molto importante avere la sicurezza di studi ampi e ben controllati, che rimuovono i pregiudizi personali dalla scena”, spiega il cardiologo Adalberto Menezes Lorga Filho, direttore scientifico dell’Institut de Molestias Cardiovascular (BMI), che ha in corso studi relativi al sistema cardiovascolare, ma che intende ampliare il campo di ricerca attraverso un progetto congiunto con l’Ospedale di Aosta. La ricerca è attualmente focalizzata sullo scompenso cardiaco, sulla malattia di Chagas, sull’uso di anticoagulanti nella fibrillazione atriale e sull’inversione della tachicardia sopraventricolare.
Secondo il medico, credere in cose prive di base scientifica può avere un effetto negativo collettivo, non solo per chi riceve il composto – nel caso di farmaci non provati contro il Covid-19, ad esempio: credere che funzioni, anche se non ci sono studi A conferma della sua efficacia, può indurre le persone a rilassarsi nelle misure di prevenzione.
Durante i 54 anni di esistenza dell’Istituto, sono stati condotti almeno 180 studi, che hanno collaborato e portato allo sviluppo di nuovi farmaci e all’adozione di nuove tecnologie, trattamenti clinici e chirurgici.
A Rio Preto, un altro riferimento è il Centro di Ricerca Integrata (CIP), presso l’Hospital de Pace. Dalla sua apertura, dieci anni fa, sono stati condotti 214 studi clinici, di cui 18 sul Covid-19.
Il centro di ricerca conduce studi clinici nazionali e internazionali e ricerche di base in varie discipline, come l’oncologia e la cardiologia.
Durante la pandemia, è stato coinvolto negli studi sui vaccini Janssen (Johnson-Johnson Pharmaceuticals Division) e su un agente immunizzante prodotto dalla società biofarmaceutica Medicago.
Rio Preto ha anche altri centri di ricerca scientifica, come Famerp e Ibilce, il campus locale dell’Universidade Estadual Paulista (Unesp).