Dopo aver annunciato sabato (17/8) la morte del conduttore Silvio Santos, la famiglia Abravanel ha fatto sapere che non celebreranno i funerali di Silvio, come da lui richiesto mentre era ancora in vita. Poiché era ebreo, l’uomo d’affari decise che sarebbe stato sepolto secondo le usanze ebraiche.
Secondo questa tradizione, il defunto viene solitamente sepolto lo stesso giorno della morte, poiché posticipare la sepoltura è considerato irrispettoso. Gli ebrei credono che l’anima non riposi fino a dopo la cerimonia.
La sepoltura di un ebreo prevede rituali eseguiti dalla Chevra Kadisha (Santa Assemblea), che ha il compito di preparare il corpo come previsto dalla tradizione religiosa.
Dopo la morte di un individuo, la famiglia avvisa la chevra kadisha, che esegue un rituale di purificazione noto come tahara. Il processo include un lavaggio completo del corpo, che simboleggia la purificazione dell’anima dall’altro mondo.
Il defunto viene poi avvolto in un semplice sudario di lino bianco, che rappresenta l’uguaglianza di tutti davanti a Dio. In questo momento, le protesi, le lenti a contatto e la dentiera vengono rimosse.
Nella tradizione ebraica non sono consentite cerimonie a bara aperta. Non è consentito bruciare il corpo, imbalsamarlo o asportarne gli organi. La bara funeraria deve essere semplice, in segno di rispetto per l’uguaglianza di tutti davanti a Dio.
Gli ebrei seguono tre periodi di lutto dopo la sepoltura. Il primo è Shiva, che dura sette giorni durante i quali la famiglia in lutto rimane a casa, riceve visitatori e ricorda il defunto. Poi arriva Sheloshim, che dura fino all’alba del trentesimo giorno dopo la sepoltura. Il dolore è meno intenso, ma ci sono restrizioni come evitare celebrazioni e feste. Infine c’è Avilot, che abbraccia 12 mesi ebraici. Durante questo periodo, le persone in lutto ricordano il defunto ed eseguono preghiere specifiche in sua memoria.
Quando visitano i propri cari in un cimitero, gli ebrei mettono pietre sulle tombe dei loro cari per contrassegnare il luogo di sepoltura e garantire che la memoria della persona non venga dimenticata.
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